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Novel foods: insetti, la dieta sostenibile

I Novel Foods sono alimenti innovativi, realizzati con nuove tecnologie e con nuovi processi di produzione, nonchè cibi tradizionalmente consumati al di fuori della UE. Si tratta di cibi, saliti alla ribalta durante Expo 2015, che non possono sostituire completamente i prodotti vegetali, lattiero-caseari e carni, ma essere un utile supporto in vista di scenari molto complessi a livello globale.
I Novel Foods posso avere o essere ingredienti costituiti o isolati a partire da microrganismi, funghi o alghe, come l’olio algale ricco di DHA (Acido docosaesaenoico), componente principale dell’olio di pesce, ad effetto antiinfiammatorio e ad azione antitrombotica e antiaterogenica. Prodotti di panetteria e bevande alcoliche vengono arricchiti con l’olio algale, per ridurre la concentrazione dei trigliceridi nel sangue.

Ma tra i Novel Foods che più richiamano l’attenzione del consumatore annoveriamo quelli ai quali l’occidente non è ancora abituato come larve, vermi, insetti adulti, scorpioni, alghe oltre ai nanomateriali e ai cibi creati in laboratorio e che, a breve, potrebbero essere venduti nei nostri supermercati. Ad esempio la bottiglia col verme Mezcal, tequila messicana, contiene un distillato di agave con il “gusano blanco”, una larva di Acetrocneme hesperiaris, o con il “gusano rojo”, una larva Hypopta agavisum, due lepidotteri che dimorano all’interno della pianta stessa. Ma oltre ai messicani altri popoli si nutrono di larve di lepidotteri e di altri insetti anche adulti. La semplice idea di mangiare mosche, tarme, grilli e cavallette provoca ribrezzo alla stragrande maggioranza di noi occidentali.

E’ difficile fare una generalizzazione sul valore alimentare degli insetti, poiché ne esistono moltissime specie e il loro apporto nutrizionale è condizionato dalla loro dieta, dallo stadio del loro sviluppo e dal loro habitat. Tuttavia, hanno solitamente un eccellente contenuto di proteine di buona qualità, vitamine e minerali e contribuiscono alla razione giornaliera con un significativo apporto di energia. Contengono acidi grassi mono e poliinsaturi, in particolare acido linolenico e linoleico.

Le informazioni raccolte indicano che alcune larve avrebbero un gusto piccante; diverse formiche presenterebbero un sapore simile alle noccioline e altre sarebbero dolcissime perché ripiene di miele; alcune cimici avrebbero sapore di mela; molto apprezzate sarebbero le locuste fritte, gli scorpioni al cioccolato e le api arrosto. Nei supermercati del Belgio dell’ Olanda è facile trovare barrette a base di grilli, hamburger di vermi, larve fritte o lecca-lecca con gli scorpioni. Nei due Paesi infatti si guarda con meno sospetto all’entomofagia, soprattutto grazie alle culture alimentari con cui gli immigrati hanno arricchito queste società negli ultimi anni
La FAO comunque, dal canto suo sostiene il consumo di insetti: costituiscono una fonte alimentare sostenibile ricca di proteine e aminoacidi, appartengono già alla dieta di oltre 2 miliardi di persone e rappresentano un ottimo sostituto delle farine di pesce e della soia nella produzione dei mangimi per animali. Secondo uno studio realizzato in collaborazione con l’Università di Wageningen, esistono almeno 1.900 specie di insetti commestibili e circa due miliardi di persone li consumano quotidianamente cotti e crudi. I coleotteri, i bruchi, le api, le vespe e le fomiche; le cavallette, le locuste e i grilli vengono annoverati fra i preferiti.
Alcuni Stati membri dell’UE come Belgio, Francia e i Paesi Bassi, hanno eseguito stime del rischio connesso al consumo di insetti come alimenti o mangimi, proprio perché interessati al loro allevamento. Proprio ad ottobre 2015, è stato pubblicato sul sito dell’EFSA, un parere scientifico che tratta proprio dei rischi legati alla produzione, trasformazione e distribuzione di insetti destinati all’alimentazione umana e alla realizzazione di mangimi per animali da reddito, evidenziando pericoli del tutto simili a qualsiasi altro allevamento ma con delle incognite ancora da chiarire, avendo, ad oggi pochi dati da esaminare. Nutrire gli insetti con scarti alimentari è possibile, ma bisogna fare molta attenzione che gli scarti non contengano contaminanti come, ad esempio, i pesticidi”. Sostanze che finirebbero nei nostri organismi, mettendo a rischio la nostra salute.
FONTE:
-FAO/ WUR. 2013. Edible insects: future prospects for food and feed security. Rome, FAO
-Kuyper, E., Vitta, B. & Dewey, K. 2013. Novel and underused food sources of key nutrients for complementary feeding. Alive and Thrive Technical Brief. Issue 6, February.
-http://www.salute.gov.it
-http://www.ilsole24ore.com

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