Search
Close this search box.

Dolcificanti? Meglio evitarli..

Le sostanze dolcificanti, o edulcoranti, sono elementi in grado di rendere più dolci gli alimenti a cui sono aggiunti.Si dividono in naturali e di sintesi. Gli edulcoranti di sintesi, su cui ci soffermeremo adesso, hanno un potere dolcificante che può essere centinaia di volte maggiore di quello dello zucchero, sono quindi aggiunti agli alimenti in piccolissime quantità. In commercio si trovano alcune decine dolcificanti diversi, siano essi di tipo naturale o artificiale.

I dolcificanti artificiali o sintetici sono stati ampiamente introdotti nella nostra dieta con l’intento di ridurre l’assunzione di calorie e di normalizzare i livelli di glucosio nel sangue. Insieme ad altri importanti cambiamenti che si sono verificati nella nostra alimentazione, l’aumento del consumo di questi prodotti coincide con il drammatico aumento dell’epidemia di obesità e diabete.
I risultati degli studi fatti sul consumo dei dolcificanti sono controversi ma recentemente l’attenzione dei ricercatori si è spostata sugli effetti metabolici dei dolcificanti sintetici. Questi, in animali da laboratorio, hanno provocato aumenti di peso e variazioni di composizione corporea.

Il consumo di dolcificanti artificiali non calorici può aumentare il rischio di sviluppare intolleranza al glucosio (quindi elevati livelli di zucchero nel sangue). E’ stato dimostrato che bevande “light” e dolcificanti artificiali influenzano l’omeostasi glicemica incrementando i livelli di incretine quando assunti dopo carico glucidico. Questo dato, che si traduce in un’alterata risposta agli zuccheri, potrebbe avere conseguenze importanti sia per i diabetici che per i soggetti sani che seguono un regime ipocalorico dimagrante .

In uno studio condotto su modello animale e umano pubblicato lo scorso settembre sulla rivista Nature, gli esperti del Weizmann Institute of Science di Rehovot (Israele) hanno dimostrato che topi nutriti con diete in cui erano presenti dolcificanti soffrono di un alterato metabolismo energetico che sembra essere modulato dagli effetti degli edulcoranti stessi sulla composizione e sulla funzionalità dei microbi intestinali. Un’associazione simile tra consumo di edulcoranti, squilibri microbici e metabolismo del glucosio è stata osservata anche nell’uomo. Questi risultati suggeriscono che l’uso di dolcificanti artificiali non calorici dovrebbe essere rivalutato.

In un articolo pubblicato nel novembre 2013 sul Journal of Biological Chemistry, i ricercatori hanno documentato che i dolcificanti artificiali possono stimolare l’accumulo di grasso (per il loro gusto dolce, agendo sui recettori di gusto), ma che in aggiunta bloccano la lipolisi, cioè lo scioglimento del tessuto adiposo, in modo del tutto indipendente dalla stimolazione dolce (Simon BR et al, J Biol Chem. 2013 Nov ).

10847906_1510951305845714_3082952111907817570_n Tra i dolcificanti artificiali, più menzionati e diffusi c’è l’Aspartame, caratterizzato da un sapore dolce 200 volte più intenso rispetto al saccarosio (comune zucchero da tavola). In seguito ad un’approfondita revisione della letteratura scientifica e di studi effettuati sull’uomo, l’EFSA, Autorità europea per la sicurezza alimentare, è arrivata alla conclusione che, ai livelli di esposizione attuali, l’aspartame e i suoi prodotti di degradazione non rappresentano un rischio tossico per i consumatori.Per l’aspartame, anche conosciuto sulle etichette con la sigla E-951, esiste una dose giornaliera ammissibile (DGA) di 40 mg/Kg di peso corporeo; ciò vuol dire che, per raggiungere tale soglia, un adulto di 60 Kg dovrebbe bere 36 lattine di bevanda dietetica, da 330 ml ciascuna.
L’aspartame è contenuto in moltissimi alimenti sotto la dicitura“light” o “senza zucchero” come bibite light, coca-cola, budini, merendine, gomme da masticare e caramelle e inoltre i dolcificanti a base di aspartame puro possono essere venduti sottoforma di bustine contenenti polvere granulata o compresse.

La Saccarina, presente in commercio sotto tre forme, cioè come acido, come sale di sodio e come sale di calcio, nell’industria alimentare viene addizionata a bevande soft, succhi di frutta, chewing gum, gelatine, marmellate, decorazioni, salse e condimenti lavorati a base di frutta; rientra anche nella composizione di dolcificanti in forma di tavolette, polveri o liquidi. Presenta tuttavia un retrogusto amaro-metallico, specialmente ad elevate concentrazioni.
La saccarina è stata oggetto di lunghi dibattiti. Benché la totalità degli studi disponibili ne dimostri la sicurezza alle dosi di consumo usuali, sono stati sollevati molti dubbi circa la sua tossicità. Le controversie sono legate soprattutto ad alcune ricerche che hanno dimostrato la correlazione con il cancro alla vescica in ratti maschi trattati con dosi elevate di saccarina sodica.La dose giornaliera consigliata è molto bassa, circa 0,2-5 mg/kg peso corporeo.

Il Ciclammato di sodio è tra i dolcificanti sintetici quello con il potere dolcificante più basso ,che supera quello del saccarosio solo di 30-50 volte. E’ un sale derivato dall’acido ciclamico e si utilizza nella preparazione di prodotti dietetici ,come quelli per i diabetici, ma può essere anche usato come agente aromatizzante (per mascherare il gusto di farmaci). Nei paesi in cui l’uso è consentito, viene utilizzato come dolcificante in polvere o tavolette o in forma liquida, in bevande e succhi di frutta, in lavorati a base di frutta, in chewing gum e caramelle (è acariogeno), in condimenti, gelatine marmellate e guarnizioni.
L’uso di ciclamato di sodio è consentito in 50 paesi, Italia compresa, anche se con alcune limitazioni. La DGA varia da paese a paese e si aggira intorno a 0-11 mg/Kg di peso corporeo.
Il ciclamato viene di solito impiegato in miscela con altri dolcificanti come saccarina, aspartame o all’acesulfame K o ancora in combinazione ternaria con saccarina e aspartame.
Il ciclamato è stato a lungo studiato per la sua presunta carcinogenicità a carico della vescica dei ratti. Il problema è analogo a quello della saccarina e di fatto gli studi sono stati condotti soprattutto in relazione all’associazione dei due dolcificanti. Negli USA l’utilizzo del ciclamato di sodio è ancora vietato.

Fra i dolcificanti naturali molto in voga del momento invece, troviamo la Stevia. La Stevia è una pianta originaria dell’America del Sud, dalla quale si può estrarre un dolcificante al 100% di origine naturale. In particolare, a conferire un sapore dolce è la Rebaudioside-A, che non conferisce calorie. Il potere dolcificante della Reb A è 300 volte superiore a quello dello zucchero, e questa sostanza che non viene assimilata dall’organismo, ma viene eliminata in maniera naturale, può essere consumata anche dai bambini, dalle donne in gravidanza o durante l’allattamento. I composti che possiamo ritrovare in questa pianta sono stati molto studiati e si è visto che garantiscono un basso apporto calorico. In commercio però non troviamo i soli estratti puri di stevia, ma questi spesso sono miscelati con altri edulcoranti come l’eritrolo o il fruttosio, per regolarne la dolcezza. Ovviamente in questo caso non stiamo acquistando una stevia 100% ma una miscela, nella quale spesso non è neanche specificato il tipo di glicoside presente e la sua percentuale di purezza (più il glicoside è puro e minore sarà il retrogusto di liquirizia).

Noto di frequente che in molte “diete fai da te”, capita di sostituire diversi alimenti, compreso lo zucchero, con prodotti definiti “light”, rischiando un utilizzo eccessivo di questi edulcoranti. Attenzione quindi a molte bibite “Light” o “senza zucchero”, che contengono ad esempio l’aspartame o i ciclamati.
I dolcificanti, sia naturali che di sintesi ,hanno i loro pro e i loro contro e vanno assunti solo in base a reali necessità. Sono invece fortemente sconsigliati ai bambini, alle donne in gravidanza e durante l’allattamento, ed alcuni presentano delle controindicazioni aggiuntive.
Di certo..i dolcificanti o il consumo di prodotti ritenuti “light” o “dietetici” non vi aiuteranno a perder peso se non accompagnati da una sana alimentazione!!!

È possibile un’alimentazione equilibrata e gustosa senza cadere nella monotonia e senza stravolgere le proprie abitudini?
Sì basta variare ed essere consapevoli di ciò che si mangia.
Per questo ho scritto il mio libro,”Ricettario Sportivo”.
Troverai sicuramente le alternative più adatte al tuo stile di vita: ho cercato di accontentare le esigenze degli sportivi, ma non solo.. è adatto per tutti quelli che in cucina come me vogliono sperimentare.
Disponibile su Amazon